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Articoli e Curiosità sul Condominio


  23-03-2009

Profilo storico del XVII Municipio di Roma

In 5,6 Kmq. il compendio di più di due millenni e mezzo di storia: questo è il territorio del Municipio Roma XVII. Le vicende storiche hanno lasciato tracce che il tempo e gli eventi non sono riusciti a distruggere; cosicché il nuovo si fonde con l’antico e l’antico s’innesta in modo suggestivo con il nuovo

BORGO, Rione XIV
Il Rione si estende sulla destra del Tevere in quella pianura che, fin dall’antichità era chiamata Ager Vaticanus . Fertile e delizioso per boschetti e cascatelle di vene locali, il luogo era di proprietà di Agrippina, madre di Caligola.
Domiziano e Traiano dotarono la zona di un circo per le rappresentazioni navali, le naumachie; si calcola che potesse contenere oltre 19.000 persone.
Adriano vi fece edificare il suo mausoleo (che poi divenne la fortezza papale di Castel S. Angelo).
Nel 547 Totila fece erigere le mura di quella che, poi si chiamò la Città Leonina.
Leone III nell’800 consolidò la cinta difensiva, anche per proteggere la tomba di Pietro dagli attacchi dei Saraceni.
Nell’827 l’incendio di Borgo, nell’846, i Saraceni arrivarono a Roma e saccheggiarono la basilica costantiniana. Leone IV riedificò le mura, facendo della Città Leonina un vero fortilizio.
Esisteva in Borgo un monumento eccezionale, una gigantesca piramide alta 32 metri, ogni lato della base misurava 28 metri, con una cella funeraria di oltre 7 metri per lato ed alta 10 metri. La credenza popolare voleva che fosse la tomba di Romolo (meta Romuli), fu demolita nel 1499.
Alla fine del 1100 Innocenzo II, fondò un’opera pia per prendersi cura dei bambini abbandonati ed venne iniziata la costruzione dell’Ospedale di S. Spirito in Sassia, che sarà ultimata nel 1204.
Nel 1410 Eugenio IV volle si dedicasse gran cura all’ assistenza all’ infanzia ed istituì, accanto all’ingresso dell’Ospedale S. Spirito, la ruota degli esposti.
Durante l’esilio dei Papi ad Avignone Borgo decadde e solo con il ritorno di Papa Nicolò V (1400) ebbe una ripresa.
Il 6 Maggio 1527 il sacco di Roma ad opera dei Lanzichenecchi, dopo questa devastazione Paolo III iniziò l’opera di una nuova difesa sull’intero territorio ed il suo successore Pio IV, nel 1560 fece costruire il collegamento Castel S. Angelo Basilica: il passetto di Borgo.
Il 9 Dicembre 1586 nasce il Rione Borgo.
Occorre arrivare molto vicino alla nostra epoca e riferirci a due avvenimenti che hanno influito profondamente sull’aspetto e l’assetto del Rione: l’Unità d’Italia e Roma Capitale.
Il 2 Ottobre 1870 gli abitanti di Borgo, chiamati per la prima volta alle urne, votarono unanimemente per l’annessione al Regno d’Italia.
Con Roma capitale, s’interrompe nella zona la sovranità pontificia; con la demolizione della spina di Borgo scompare, forse, un tessuto insostituibile dal punto di vista urbanistico, che comunque, ha dimezzato il Rione, anche se lo sviluppo edilizio si è svolto in modo da lasciare individuare le fasi successive dell’espansione, conservando non solo gloriose reliquie, ma interi complessi monumentali.


PRATI, Rione XXII
Dopo il 1870, i Prati di Castello furono interessati dai lavori di urbanizzazione e di edilizia residenziale, in una vasta area immediatamente a ridosso dei confini di Borgo.
La zona veniva adoperata per esercitazioni militari e la contigua area, dietro le Caserme, fu denominata Piazza d’Armi. La storia di Prati appare segnata da destini militari, ma nei secoli passati fu anche luogo di svago e di riposo. Già qualche anno prima dell’arrivo dei Piemontesi, i Prati di Castello erano entrati nei programmi della nascente speculazione edilizia.
Monsignor Francesco Saverio De Merode vi aveva acquistato dei poderi e dei vigneti, che man mano furono rivenduti a prezzi sempre più alti.
Le nuove costruzioni dilagarono con uno sviluppo edilizio imponente, che si richiamava a considerazioni tardo illuministiche che miravano alla realizzazione di quartieri autosufficienti.
Il primo a costruire in Prati fu il conte Edoardo Cahen, insieme ad altri soci impiantò strade, marciapiedi, fogne, palazzi, nella zona tra Via Ulpiano e Via Vittoria Colonna. La Commissione Comunale limitò il proprio intervento urbanistico e lasciò i proprietari liberi di edificare a proprio piacimento senza tracciati.
Nel 1882 Prati viene incluso nel piano regolatore e si stabiliscono alcuni espropri e la costruzione delle caserme.
Nell’organizzazione della rete stradale del nuovo quartiere prevalse l’atteggiamento degli anti-clericali, i quali decisero che l’impianto urbanistico non doveva essere incentrato sulla visuale della cupola di S. Pietro.
Nel 1900, in Prati entrarono in servizio i primi tram.
Il 20 Agosto 1921 si costituisce il Rione Prati, ultimo dei Rioni romani.


DELLA VITTORIA, Quartiere
Un insieme di larghe strade radiali a Piazza Giuseppe Mazzini, centralità del nuovo quartiere.
Nel 1907 una coalizione laico-liberal-socialista portò alla elezione, come Sindaco di Roma, di Ernesto Nathan, massone d’idee mazziniane. Venne organizzato un programma riformatore nel quale s’inserì l’elaborazione di un nuovo piano regolatore e s’introdusse il principio secondo il quale i fabbricati alti fino a 24 metri si dovevano alternare a villini di due o tre piani.
L’area di Piazza d’Armi – primo nome del tracciato urbano del Quartiere Della Vittoria – luogo nel quale si tenevano esercitazioni militari, rientrò nel piano e fu destinata alla edificazione di fabbricati su terreni che erano di proprietà pubblica.
Le costruzioni, non condizionate da speculazioni edilizie private, permisero progetti e schemi edili a costi accessibili.
La scelta del nome Della Vittoria fece riferimento alla vittoria dell’Italia nella 1° Guerra Mondiale.
Molto particolare ed originale l’assetto architettonico dei molteplici villini del Lungotevere, accomunati da un ritorno allo stile rinascimentale e barocco, secondo un gusto e una tendenza dell’epoca (1909 /1911). Alcuni edifici esistono ancora oggi e fanno bella mostra del loro essere sul Lungotevere delle Armi.
Lo sviluppo edilizio fu imponente, oltre le case ad edilizia pubblica, si costruirono scuole, l’Ospedale Materno Regina Elena , opere sportive grandiose come il Foro Mussolini, ora Foro Italico e la rimessa/deposito dei tram in Piazza Bainsizza, oggi inserita nel nuovo Piano Regolatore, come opera da tutelare e valorizzare.
Nel 1911 si tenne in Piazza d’Armi la grandiosa Esposizione celebrativa del Cinquantenario dell’Unità d’Italia.


TRIONFALE, Quartiere
La Via Trionfale ricalcava l’attuale Corso Vittorio, tagliava l’antica Via Cornelia all’altezza della Meta Romuli, traversava l’attuale Città del Vaticano e nei pressi di Via Sebastiano Veniero scavalcava il corso d’acqua della "Sposata" per proseguire fino alle pendici di Monte Mario e qui incrociava la Via Francigena (usata dai pellegrini francesi per raggiungere la Città Eterna).
La massiccia presenza di cellule repubblicane ed anarchiche, originate dalla presenza dei fornaciari , non permise alla "buona borghesia" di aderire al progetto, promosso dalla Società Edilizia Monte Mario che puntava su una edilizia signorile. Nel primo dopoguerra (1920) si sviluppò, allora, nel Quartiere Trionfale basso un’edilizia di massa, con mercato all’aperto.
Fin dal 1907, alla costruzione del nuovo quartiere popolare, che ha avuto come confine naturale le pendici di Monte Mario, contribuì lo I.A.C.P., Istituto Autonomo Case Popolari; centro pulsante fu la Chiesa parrocchiale di San Giuseppe al Trionfale in Via Bernardino Telesio.
L’Arch. Sabbatini, 1919/1924, progettò e seguì la costruzione della "Casa dei Bambini", poi destinata a bagni pubblici, ancora oggi visitabile in Via Ruggero di Lauria.
Nel 1928, per arginare i continui smottamenti del terreno lungo Viale delle Medaglie d’Oro, vennero piantati alberi di pino e di tiglio. Questi ultimi, con l’edificazione del nuovo quartiere Balduina, vennero divelti e reimpiantati all’Eur.
L’espansione del quartiere, con palazzine destinate alla piccola e media borghesia è degli anni ’50/’60; dello stesso periodo la nuova Parrocchia di S. Maria delle Grazie (titolo della chiesa omonima demolita negli anni ’40 in Borgo) e l’inaugurazione della Fontana del Peschiera in P.le degli Eroi.